BOLOTANA. Non c'era niente di semplice e di scontato, ma alla fine l'Associazione Ortachis, che da decenni cura l'organizzazione dell'appuntamento estivo che accende di musiche, balli e colori il cuore della Sardegna, è riuscita a portare a casa un buon risultato.
L'inusuale edizione 2020 del Festival Folk Internazionale di Bolotana – dedicata a Massimiliano e Tino, due giovani bolotanesi prematuramente scomparsi quest'anno - ha dovuto rinunciare al calore della piazza reale, ai balli della tradizione che si estendono e coinvolgono il pubblico, alle mescolanze di lingue, usi, costumi e tradizioni che si sprigionano dall'incontro tra i popoli del mondo che, per una settimana, da anni, trovano casa nel paese del Marghine rendendo sempre imperdibile l'appuntamento che caratterizza l'ultimo scorcio del mese di Luglio.
Una rinuncia inevitabile in un anno drammatico e difficile, ripagata però dall'affetto che tanti appassionati hanno riversato su quella piazza virtuale che ha consentito al Festival, per la prima volta nella storia della manifestazione, di arrivare nelle case di tutti, vicini e lontani, grazie alle dirette sulla pagina Facebook Laura Laccabadora.
Più di 60mila le visualizzazioni registrate nella due giorni condotta da Daniela Astara e che ha visto la partecipazione di gruppi come Mamadou e Guney Africa, Flamenco Soul e A Cara do Brasil, che hanno portato sul palco le atmosfere internazionali (portando, oltre i balli e le musiche dei rispettivi paesi, anche tematiche impegnate come il fenomeno migratorio e le vite difficili dei bambini del mondo), ma anche degli immancabili interpreti della cultura e della tradizione Sarda come Peppino Bande, Roberto Tangianu,Tonino Pira, Pasquale Murgia, Su Cuncordu Sos Zovanos de Su Rosariu di Santu Lussurgiu – la cui intensa esibizione è stata introdotta ed esplicitata dall'etnomusicologo Diego Pani – e, ovviamente, l'omaggio dei padroni di casa, con una giovane rappresentanza del gruppo Folk Ortachis che ha eseguito un ballo accompagnato da Stefano Ortu.
“É stata un'edizione non semplice da organizzare viste tutte le disposizioni per il contenimento del Covid – ammette il presidente dell'associazione Ortachis Antonello Zolo - che abbiamo comunque voluto portare avanti nonostante le difficoltà non solo per non interrompere una continuità associativa ed organizzativa che va avanti da 28 anni, ma anche per dare un segnale tangibile di positività al vasto mondo degli operatori del settore artistico e culturale, tra i più colpiti da questo anno di stop obbligato. Con l'augurio che l'anno prossimo possiamo tutti ritrovarci in piazza a godere di uno spettacolo pieno e senza limitazioni, in sicurezza e serenità”.