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Macomer. "Le conseguenze della politica tributaria della Giunta Succu": le Minoranze analizzano i dati del Consuntivo

il documento firmato dalle opposizioni in consiglio

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MACOMER. I dati del Conto consuntivo del 2017, esaminato qualche giorno fa dal Consiglio comunale, evidenziano come una politica particolarmente aggressiva nei confronti del contribuenti finisca per essere non solo è ingiusta, ma perfino controproducente per le casse comunali.

Nel 2013 l’addizionale IRPEF veniva applicata nella misura minima di legge e determinava nel bilancio del Comune un gettito di €. 280.000.

Nel 2014 la Giunta Succu ha aumentato notevolmente le aliquote, portando il gettito a €. 776.000.

Tale aumento doveva durare tre anni per coprire un vecchio debito fuori bilancio di un milione di euro legato agli espropri di Scalarba e Sertinu, per il quale la Giunta non era riuscita a contrarre un mutuo.

Nonostante nel triennio 2014-2016 il Comune abbia incassato 1.400.000 euro in più (somma ben maggiore del debito da coprire), l’aumento dell’addizionale – con irrisorie riduzioni -  è stato confermato sia nel 2017 (con un gettito di €. 700.000), sia per il triennio 2018-2020 (entrate previste per ciascun anno €. 652.000). In sostanza, negli ultimi 5 anni abbiamo sborsato 2,2 milioni di euro in più rispetto a quanto avremmo pagato con le aliquote del 2013. Da sottolineare che l’addizionale IRPEF non viene applicata negli altri Comuni del Marghine.

Inoltre tali Comuni applicano la TASI (tassa servizi indivisibili) nella misura minima di legge del 1 per mille (Dualchi, Noragugume e Lei non la applicano proprio), mentre il Comune di Macomer fin dalla sua istituzione nel 2014 ha adottato l’aliquota massima consentita del 2,5 per mille. Poiché il Consorzio Industriale di Tossilo, ricade su terreni di sia di Macomer che di Borore, succede che quelle in territorio di Macomer pagano due volte e mezza in più rispetto a quelle con sede nel Comune confinante e per le grandi aziende (come ad esempio MD) si tratta di decine di migliaia di euro. Non sembra un bel modo di incentivare né l’insediamento di nuove imprese, né il trasferimento delle residenze nel ns. Comune.

Non è il solo motivo per cui questa politica tributaria esosa si rivela controproducente. Dai dati del consuntivo 2017 emerge infatti che in tale anno,  per la TARI (tassa sui rifiuti), sono state emesse bollette  per €. 1.805.000, mentre risultano incassati €. 1.227.000, il 32% in meno. Inoltre, nel quinquennio dell’amministrazione Succu, i crediti del Comune verso i contribuenti per tutti i tributi locali (IMU, TASI, TARI) sono passati da poco più di 5 milioni di euro del 2013 a ben  7,2 milioni di euro nel 2017. Tali minori riscossioni hanno causato seri problemi di cassa per il Comune: infatti sia nel 2016 che nel 2017 la disponibilità al 31 dicembre era pari a zero e si è dovuto ricorrere ad ingenti anticipazioni di cassa con la Banca tesoriera.

 Ovviamente questo non significa che i Macomeresi sono diventati all’improvviso evasori cronici, ma più semplicemente che  i contribuenti, considerata la grave situazione di crisi economica e sociale, proprio non ce la fanno più a reggere una pressione tributaria così opprimente.

                                                                        I CONSIGLIERI COMUNALI DELL’OPPOSIZIONE

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