Partecipa a IlMarghine.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Silanus. "QUESTO NOSTRO MOSTRO": l'irrisolta questione Abbanoa

Condividi su:

Alla fine la montagna Abbanoa ha partorito un topolino, un topolino sotto forma di PEC inviata al Comune di Silanus in data 11 dicembre 2014 alla ore 14:34, l’11 dicembre era giovedì, oggi è 17, restano pertanto solo 4 giorni lavorativi per aderire a questo presunto accordo, una specie di “prendere o lasciare” totalmente irricevibile.

Che le cose non siano andate esattamente come sostiene il “general manager” di Abbanoa, peraltro assente il giorno, risulterà chiaro e lampante a tutti quelli che hanno partecipato all’assemblea, ma andiamo per ordine.

Innanzi tutto, bisogna riconoscere che in occasione dell’incontro del 5 dicembre i cittadini silanesi hanno dato una eccellente prova di serietà e compostezza, che non è venuta meno nemmeno a seguito dell’enorme ritardo col quale i due funzionari sono arrivati a Silanus.

A questo punto, visto che esiste una enorme divergenza da ciò che i due funzionari hanno detto Silanus e quello che propone il loro manager si rende necessario un nuovo incontro col manager stesso o magari con il direttore generale e non con semplici funzionari che evidentemente non hanno il mandato per risolvere i problemi con l’utenza.

Sempre che, nel frattempo, a noi comuni mortali venga spiegato perché in Abbanoa esiste un direttore generale ed anche un amministratore unico, chiamato evidentemente per manifesta incapacità del direttore generale che in questi anni ha letteralmente portato sull’orlo del fallimento la ditta. Ma questa è politica e non serve dilungarci troppo.

I cittadini hanno valutato piuttosto in fretta il dinamismo dell’amministratore Ramazzoti nel voler rastrellare il denaro che il direttore Murtas ha lasciato per strada in questi anni, iniziativa lodevole volta evidentemente a salvare il salvabile di questo nostro mostro chiamato Abbanoa e che sicuramente gli servirà per concordare il suo ingaggio visto che ad oggi pare stia lavorando a gratis, ma non siamo qui a discutere degli stipendi dei nostri dipendenti, visto che Sandro ed Alessandro sono anche dipendenti del Comune di Silanus in quanto socio di Abbanoa.

Se abbiamo convocato i vertici di Abbanoa non è certo per garantire l’insolvenza dei cittadini silanesi o proteggere i furbi che non vogliono pagare l’acqua, lo abbiamo fatto perché a Silanus TUTTE le bollette sono da ricalcolare dal 1° gennaio 2006, le vogliamo pagare, ma per il corretto valore e non vogliamo trascinare oltre questa annosa situazione.

Purtroppo nel documento che Abbanoa sottopone al nostro sindaco e che in apertura di riunione i due funzionari, Urpi e Picciau, riferivano di essere frutto di un accordo tra le parti, non riporta nulla circa gli argomenti trattati nell’assemblea pubblica. Ovviamente non ci poteva essere alcun accordo per il semplice fatto che non c’è stato il tempo materiale per discuterlo, essendo che i due funzionari sono arrivati direttamente all’auditorium senza concordare un bel nulla con nessuno, in secondo luogo perché l’accordo unilaterale proposto non risolve la situazione pregressa dell’utenza di Silanus.

La percezione avuta è che i due malcapitati non conoscessero nulla della realtà specifica di Silanus e che si siano prestati ad esporre un format generico ripetuto evidentemente in ogni comune dove vengono invitati. Il clou si è avuto quando in una frase degna del buon Cetto La Qualunque è stato detto: “ma chi siamo noi (e voi) per stabilire che il depuratore di Silanus non funziona”?, boato in sala e non certo per la citazione cinematografica.

Goffo tentativo per attribuire al nostro sindaco la responsabilità del mancato inserimento di Silanus nell’elenco dei comuni esentati dal pagamento degli oneri di depurazione, tentativo due volte goffo poiché esiste il verbale di acquisizione dell’impianto dove la stessa Abbanoa dichiara che l’impianto non funziona, tre volte goffo poiché viene difficile capire perché mai il gestore abbia deciso di demolire il vecchio depuratore per costruirne uno nuovo se non ce ne fosse stato un reale bisogno.

Le richieste che a nome del Consiglio Comunale e dell’intera cittadinanza abbiamo rivolto ai due funzionari sono sostanzialmente tre:

impegno formale di Abbanoa nel migliorare la qualità dell’acqua erogata, visto che di fatto è imbevibile, previo ricalcolo della tariffa per i giorni in cui l’acqua non è risultata potabile in base alle ordinanze sindacali;

storno totale degli oneri di depurazione, dal 1° gennaio 2006 fino al collaudo del nuovo depuratore in fase di costruzione.

Storno delle somme pretese per i consumi oltre  cinque anni ormai prescritti.


Non era dunque all’ordine del giorno discutere dei casi personali, poiché come hanno giustamente affermato gli stessi funzionari i casi particolari delle cosiddette “bollette pazze” meritano una trattazione particolare, così come il problema del deposito cauzionale.

L’accordo che il gestore propone è una solenne presa in giro, primo perché obbliga i singoli utenti a ricorrere singolarmente, non senza aver denigrato pubblicamente l’encomiabile operato delle associazioni dei consumatori, secondo perché non prevede nulla che non sia stabilito dalle leggi in vigore, terzo perché certifica unilateralmente la correttezza delle bollette inchiodando quanti dovessero sottoscrivere il piano di rientro a pagare quanto preteso nei termini stabiliti.

È evidente che in questa situazione di caos è ASSOLUTAMENTE sconsigliata qualsiasi forma di addebito diretto in conto, molto meglio pagare un odioso deposito cauzionale che rischiare l’infarto trovandoci il conto prosciugato dai gestori dell’acqua.

Intanto non si capisce perché gli “amici” di Abbanoa vogliano rastrellare questo ulteriore obolo dai loro clienti ben sapendo che agendo in regime di monopolio è matematicamente impossibile che un utente moroso cambi gestore lasciando un debito aperto, la ratio in realtà è semplice, dopo essere stati lautamente ricapitalizzati attingendo alle casse pubbliche non trovano di meglio che raschiare il fondo del barile spremendo altre risorse dalle famiglie sarde.

Ergo tutto da rifare, chi aveva già pensato di iniziare a pagare è meglio che attenda che qualcuno in via Straullu prenda seriamente in mano le istanze dei cittadini di Silanus. Qualsiasi piano di rientro sottoscritto sulla base di consumi fatturati erroneamente espone l’utente ad ulteriori controversie per ottenere quanto eventualmente pagato in più, quindi è indispensabile che prima di sottoscrivere qualsiasi accordo Abbanoa provveda ad effettuare tutti gli opportuni riconteggi.

Vista la “disponibilità” del nuovo corso di Abbanoa a venire incontro alle attese dell’utenza, chiederò al sindaco, alla giunta ed al Consiglio di riconvocare i responsabili di Abbanoa onde formulare un accordo realmente frutto di confronto tra le parti.
 

Condividi su:

Seguici su Facebook