MACOMER. Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota stampa a firma del Forum per la Rinascita di Macomer sul tema dell'Asilo nido.
In questi giorni i giornali locali hanno riportato una buona notizia: l’asilo nido trova casa nel centro Polivalente a Sertinu e il Comune di Macomer intende sostenere le famiglie con un contributo al pagamento della retta. Ci sembra che l’argomento meriti qualche approfondimento.
Il tema dell’asilo nido è tornato attuale negli ultimi mesi, in particolare a luglio, quando l'Istituto Madonna di Bonaria ha annunciato che - dopo la chiusura forzata per il COVID 19 - l'asilo nido non avrebbe riaperto.
In tale occasione il Sindaco si è accorto tutto d'un tratto quanto fosse importante questo servizio. Dopo un primo infruttuoso tentativo di far fare un passo indietro all'Istituto Salesiano, l’amministrazione comunale ha tentato di risolvere la questione chiedendo la disponibilità dei locali all'Istituto dei Missionari Saveriani (come se ci fosse solo il problema di reperire quattro mura), scaricando la responsabilità della chiusura del servizio sulle suore, lasciando intendere che la prosecuzione dell’asilo nido fosse un loro "dovere istituzionale" .
Purtroppo il problema della sostenibilità economica dell’asilo nido delle suore, e più in generale della carenza di strutture adeguate alle esigenze delle famiglie, era noto da alcuni anni. Se le proposte di soluzione messe frettolosamente in campo oggi fossero state approntate con largo anticipo – a partire dal contributo del Comune alle famiglie per venire incontro al pagamento delle rette - probabilmente non saremmo giunti alla attuale situazione di oggettiva carenza di un servizio indispensabile, che trova solo parziale soluzione in alcune strutture private presenti in città .
Viene da domandarsi quale politica attiva abbia posto in essere questa amministrazione comunale per un problema non nuovo, posto all'attenzione del Comune da almeno 2 anni, circostanza recentemente riconosciuta anche dall’assessora Atzori che anche su questa materia pare aver espropriato delle sue specifiche attribuzioni e competenze la vicesindaco Rossana Ledda che - almeno sulla carta risulta - essere ancora titolare della delega ai servizi sociali, tra i quali rientra l’asilo nido.
Abbiamo qualche dubbio, inoltre, che individuare un locale nato per tutt’altre finalità sia il giusto modo per risolvere il problema dell’asilo nido, sia perché così facendo si limita la fruibilità del centro polifunzionale, sia perché il Comune già disponeva di un altro locale con la destinazione specifica di asilo nido come quello di S. Maria, che invece - con scarsa lungimiranza - si è preferito destinare ad altre finalità che avrebbero potuto trovare adeguata soluzione in uno degli altri numerosi immobili del Comune.
Dalle lettura dei giornali si apprende che i locali individuati dal Comune sarebbero idonei all’uso per un elevato numero di bambini, che, per ragioni contingenti legate al Covid -19 sarà limitato “ad una trentina” di utenti.
Sarebbe utile qualche approfondimento sulla fattibilità di attivare un asilo nido nell’atrio, nella sala bar-ristoro e nei servizi e ripostigli del centro polifunzionale, posto che questa attività è soggetta al rispetto di specifiche norme di prevenzione incendi, molto restrittive.
Quando si pose il problema di adeguare i locali dell’Istituto Madonna di Bonaria alle norme di prevenzione incendi, per aumentare il numero di utenti oltre i 30 bambini, l’Ufficio Tecnico non diede l’auspicato supporto in sede di Conferenza dei Servizi con i VV.FF. per avvalorare le soluzioni tecniche proposte.
Si ha il sospetto che al “rigore” con cui venne respinto quel progetto, si contrapponga oggi una certa “leggerezza” nell’affermare l’idoneità dei locali che si intende ricavare nel Centro polifunzionale di Sertinu.
Saremmo ben lieti di sbagliarci, ma l’apertura ad ottobre della nuova struttura, trionfalisticamente annunciata dall’assessora Atzori, ci pare un obbiettivo troppo ottimistico e poco realistico.