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Brebey, la società che vorrebbe produrre ad Ottana trasformando la Lana di pecora. Crowdfunding per le certificazioni europee

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Area Industriale di Ottana. L'idea è quella di produrre articoli tessili tecnici e industriali innovativi utilizzando la lana di pecora sarda e farlo in un'area dell'isola, la Piana di Ottana, ricchissima di una materia prima che, a parte qualche eccezionale caso, è considerata uno scarto e pagata ai produttori a prezzi stracciati (attualmente, si attesta a circa 17 centesimi il Kg).

L'iniziativa è di un imprenditore sardo trapiantato in Toscana, Pierluigi Damiani, che opera nel settore della produzione di pannelli di lana coibentanti. Intervistato dall'Ansa, Damiani ha chiarito le sue intenzioni: "Il processo produttivo, che va dalla raccolta della lana fino prodotto finito, lo vorremmo realizzare interamente in Sardegna, dove viene prodotta il 50% della lana di pecora della penisola, una quantità che si aggira tra le 4mila e le 5mila tonnellate. Quantitativi oggi in gran parte smaltiti in discarica o venduti all'estero a prezzi bassissimi, ma esistono percorsi sostenibili per recuperarla”.  Ancora: "Vogliamo produrre al centro della Sardegna dove c'è la maggiore produzione di lana nell'isola. Prima ancora - ha sottolineato - contiamo di giungere alla firma di un accordo con gli allevatori sardi: possono scegliere di vendere a noi tutta la lana prodotta o di utilizzare i nostri macchinari per lavarla e spuntare prezzi più alti sul mercato. Questo progetto consente di fare rete e di creare lavoro in uno dei settori più importanti dell'economia sarda".  [cit. Ansa].

La società si chiama Brebey, da “pecora”, opera già nel settore, ha ricevuto negli ultimi anni una serie di riconoscimenti per l'innovazione sostenibile e ha partecipato al bando per l'imprenditoria della Regione Sardegna “Unità per Ottana”, di cui si aspettano gli esiti. Nel frattempo, sulla piattaforma https://www.eppela.com/it/projects/22813-l-uso-della-lana-sarda-sviluppo-ricerca-e-industria ha lanciato una raccolta fondi per racimolare 30 mila euro, fondi necessari per ottenere due certificazioni: lmarcatura CE e lCertificazione Ambientale.

La prima, si legge nel sito, è richiesta dal mercato: “mancando, per il momento, una norma armonizzata di prodotto specifica per la lana, il mercato richiede comunque una certificazione valida a livello europeo denominata ETA. Permettendo, poi, di marcare CE il prodotto stesso, nel momento che diverranno operative tali norme”.

La seconda, Certificazione Ambientale, è lo studio del CICLO DI VITA DEL PRODOTTO (LCA) e Successiva Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD).

Il prodotto che si vorrebbe certificare e produrre in Sardegna è indirizzato al campo dell'edilizia.

Si chiama TECNOLANA-S e, si legge sempre nel sito, “è un prodotto finalizzato ad ottenere articoli ad alto spessore, sino a 120 mm (dagli attuali 40 mm), con densità modulabile da 18 a oltre 60 Kg/mc. Grazie a queste sue innovative caratteristiche, il pannello a base di lana Brebey si candida a diventare prodotto di punta nel mercato del nord Italia e Europa, rispondendo all’esigenza di spessori più alti per soddisfare le maggiori necessità di coibentazione”.

Un'idea imprenditoriale sicuramente interessante, che se sviluppata potrebbe impiantare nell'area di Ottana un'industria strettamente collegata all'economia locale, capace di valorizzare un prodotto che può e deve essere considerato una risorsa e non uno scarto.

Visti i precedenti di cui è costellata la storia dell'area industriale di Ottana, se il progetto della Brebey otterrà il finanziamento regionale, occorrerà monitorare la sua evoluzione. Di certo però, finalmente, c'è un'idea imprenditoriale che sembra partire dalle peculiarità produttive del territorio nel quale verrebbe impiantata.

Il Sindaco di Ottana Franco Saba, che abbiamo contattato per verificare se il Comune fosse a conoscenza dell'iniziativa, ci ha confermato che la Brebey ha partecipato al bando Unità per Ottana e che si è detta interessata ad avviare in loco la produzione, avviando tutte le interlocuzioni del caso.

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