MACOMER. Kalid bacia tutti, indistintamente, e al cospetto delle caramelle o di una fetta di torta proprio non riesce a trattenersi: con due occhioni magnetici ai quali è impossibile sottrarsi, conquista il dolce ma anche il sorriso di tutti.
I gemellini Success e Confidance sono invece timidi ed incuriositi, si guardano attorno e osservano quasi rapiti il frastuono gioioso che li circonda.
La sala che ospita la sede dell'associazione degli anziani è addobbata a festa e nel primo pomeriggio si anima accogliendo un compleanno particolare, che porta con se la forza simbolica di un percorso che è complicato e ancora in fase di sperimentazione, ma che certamente rappresenta una sfida importante per una società che guarda al futuro: quello inaugurato della prima forma di microaccoglienza attivata in città attraverso la rete dello Sprar alla quale l'Unione dei Comuni del Marghine ha aderito.
Così Mercoledì sera colori, culture, generazioni e storie si sono fuse in una curiosa iniziativa pensata per festeggiare il compimento di due anni d'età di Kalid, Sancess e Confidance, tre dei quattro bimbi ospiti da 5 mesi a Macomer con le rispettive famiglie (due di origine Nigeriana e una Etiope).
Ad organizzare i festeggiamenti, senza troppi fronzoli ma con una spiccata voglia di creare momenti di condivisione vera, è stata l'Assessora alla Cultura Tiziana Atzori che, coinvolgendo l'Auser di Macomer, le tre giovani famiglie ospiti del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati e quelle dei compagni di classe che frequentano l'asilo cittadino gestito dalle suore, ha dato vita ad una vera festa di compleanno nel segno della semplicità e dell'inclusione.
Così, tra le candeline della torta, una bibita, i palloncini, il vociare dei bimbi, il cantare di anziani, le presentazioni e le chiacchiere, una piccola festicciola è diventata un momento di incontro sereno tra mondi che troppo spesso s'immaginano lontanissimi e che invece oggi si guardano negli occhi scoprendosi più vicini di quanto si possa esplicitare con le parole.
Se servono i fili per unire questi mondi, per connetterli in una relazione da costruire in un'ottica di comunità , sicuramente la figura professionale di Ilaria, giovane macomerese che, attraverso la cooperativa che gestisce lo Sprar, supporta con attenzione e passione e accompagna il percorso inclusivo dei tre nuclei familiari all'interno del contesto cittadino, non può che rivelarsi essenziale.
Se il progetto avviato a Macomer riuscirà a non imbattersi nei paletti stringenti posti dal Decreto Sicurezza appena varato dal Governo italiano - che purtroppo restringe incomprensibilmente proprio le maglie della microaccoglienza - e se le immancabili difficoltà attuative saranno superate, la piccola storia che si potrà scrivere alla fine potrebbe essere quella di un percorso difficile che, senza nulla di scontato, può dirsi vincente.

