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Tariffe Idriche a Tossilo: clamorosamente ridimensionata la questione dell'aumento dei costi

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MACOMER. Si è svolto questa mattina presso l'aula consiliare del Comune di Macomer l'incontro convocato dal Sindaco Antonio Succu per discutere la questione delle nuove tariffe idriche nell'area industriale di Tossilo e Bonu Trau.

Al tavolo hanno partecipato, oltre il Primo Cittadino e l'Assessora alle Attività Produttive Rossana Ledda, i rappresentanti delle Associazioni di Categoria e i vertici di Abbanoa.

A farsi carico delle istanze delle aziende sono stati Lorenzo Sanna della Confindustria, Roberto Melis dell'Ascom e Pinuccio Meloni della Confesercenti: intervenuti ad apertura del confronto, nei loro interventi i rappresentanti hanno espresso preoccupazione per i rincari del 400% che, hanno sottolineato in più passaggi, potrebbero infliggere un colpo mortale alle attività produttive dell'area.

Se devo investire nel Nuorese – ha chiosato Lorenzo Sanna – senza servizi ma con le tariffe di Cagliari, preferisco andare a Cagliari piuttosto che restare a Macomer”.

Lo stesso Sanna ha portato al tavolo anche la questione della richiesta, ricevuta nella serata di ieri, con la quale Abbanoa chiede che entro 10 giorni alcune aziende facciano la richiesta SUAP per l'autorizzazione agli scarichi non domestici ( si tratta delle aziende che immettono nel Depuratore scarichi identificabili come Industriali).

Ad essere messe in evidenza anche la perentorietà dei toni utilizzati da Abbanoa nelle comunicazioni scritte e l'irricevibile richiesta alle aziende di pagare anche la voltura.

A rispondere ed entrare nel merito della situazione, facendo emergere dei dati quantomeno interessanti, è stato il Direttore Generale di Abbanoa Sandro Murtas, il quale ha spiegato come fino ad oggi, nella zona industriale di Tossilo e Bonu Trau, il servizio idrico non venisse pagato in base ai consumi effettivi, ma attraverso una tariffa forfettaria: “abbiamo capito – ha detto Murtas – che il Consorzio Industriale non eseguiva la modalità di tariffazione, ma faceva pagare una tariffa forfettaria di 100 metri cubi a 0,65 cent, a prescindere dal consumo reale. Una tariffa che non pagava gli investimenti, che infatti non sono stati eseguiti. Noi non possiamo fare questo – ha ripetuto il dg di Abbanoa sottolineando che la tariffazione forfettaria non esiste in nessuna parte d'Italia – noi dobbiamo far pagare in base al consumo di ciascuno”.

In sostanza, buona parte delle utenze dell'area industriale di Macomer pagava un forfait tarato più o meno su 100 metri cubi di consumo, vale a dire circa 65 euro l'anno.

L'ingresso di Abbanoa nella gestione del servizio andrà a modificare radicalmente questa situazione, si pagherà in base al consumo reale applicando la tariffa unica regionale.

Entrando nel dettaglio e facendo un quadro più analitico della complessa situazione, è sempre Sandro Murtas a fornire degli elementi che, oggettivamente, ridimensionano clamorosamente, almeno numericamente, il caso degli aumenti esorbitanti dei costi del servizio idrico a Tossilo, divenuto in questa settimana un tema di primo piano della politica cittadina: spiega Murtas che, tra Tossilo e Bonu Trau, vi sono 164 utenze, di cui 6 sono aziende con scarichi industriali. Se 70 sono depositi, 41 sono inquadrabili nella categoria artigiani, 13 sono di tipo commerciale/servizi, 8 sono utenze di industrie alimentari non inquinanti, 5 sono invece industrie alimentari con scarico industriale, 20 sono di civile abitazione, 4 di trattamento rifiuti e 2 di autolavaggio.

In questo quadro di 164 utenze, “su 130 utenze stimiamo consumi tra i 30 e i 50 metri cubi in un anno – ha precisato Murtas - 30 metri cubi si traduce in una bolletta di 70 euro all'anno, 50 mc diventa 87 euro all'anno. È vero che la bolletta aumenta – ammette - ma stiamo parlando di cifre sotto le 100 euro l'anno. Le ultime stime sui consumi idrici in una utenza di attività artigianali in Sardegna danno consumi per 27 mc in un anno, si potrebbe addirittura pagare meno rispetto al forfait precedente (65euro), perché si paga solo quello che si consuma”.

Il problema dell'aumento dei costi si presenta, tirando le fila, per le grandi imprese di tipo industriale: anche qui occorre fare però una distinzione a seconda di ciò che si produce.

Nell'area industriale vi sono 11 attività produttive fornite da pozzi. Per esempio, una utilizza 71 mila metri cubi di acqua dal pozzo (più di tutta la risorsa fornita nell'intera area industriale). Se dovesse usare l'acqua della rete, i costi sarebbero esorbitanti – spiega ancora Sandro Murtas – per trovare delle soluzioni occorre entrare nel merito, analizzando caso per caso e Abbanoa è a disposizione per farlo. Se per esempio non si avesse bisogno di acqua potabile (per esempio per gli autolavaggi), una soluzione potrebbe essere il ripristino della rete di acqua industriale, oggi inutilizzata, che ha un costo molto inferiore rispetto all'acqua potabile”.

Insomma, sembra dire Abbanoa, dobbiamo collaborare per trovare soluzioni a misura di ciascuno, dalla ricerca della migliore tariffa all'uso dell'acqua non potabile per alcune produzioni.

Il problema maggiore, al netto della complessità della situazione, rimane quello dell'industria agroalimentare, dunque della produzione di carni e formaggi, che riguarda 5/6 aziende.

Su questo si sta aprendo una interlocuzione con Egas: il Sindaco Antonio Succu, nella nota inviata oggi a tutti i soggetti coinvolti (quindi anche Regione Sardegna) nella quale chiede lo slittamento dei tempi di entrata in vigore delle nuove tariffe, ha posto anche il tema particolare delle aziende della filiera del settore trainante del territorio.

Intervenendo nel confronto di questa mattina ha esplicitato la richiesta da porre all'attenzione: quella di calmierare il costo dell'acqua sia per i caseifici che per i macelli che operano a Tossilo.

È, ovviamente, fuori dalle questioni più tecniche della gestione dell'acqua, la presa di posizione della politica, chiamata in causa da più parti: non a caso il Sindaco Succu, a margine dell'incontro, ha aggiunto un particolare non di poco conto, e cioè che si farà portavoce della richiesta di ridurre i costi per gli industriali dell'agroalimentare aggiungendo però una sorta di clausola : “il vantaggio economico – ci dice Antonio Succu – non può essere ad esclusivo beneficio degli industriali, ma deve avere ricadute positive anche suoi produttori della filiera, su chi produce il latte e alleva gli animali”.

Sulla questione del costo di 110 euro per la voltura, che ad oggi viene chiesta all'utenza, Abbanoa ha aperto alle istanze degli imprenditori: “secondo la norma vigente, i 110 euro devono essere richiesti, ma noi pensiamo che vi siano gli estremi per non applicare quel costo” – ha detto Murtas sottolineando però che la decisione spetta ad Egas.

Un passaggio interessante il direttore di Abbanoa lo ha fatto anche sugli scarichi:

quando arriva uno scarico abusivo al depuratore, l'autorità rileva la non conformità al depuratore stesso. Abbanoa sta dicendo: non vogliamo subire scarichi abusivi, mettiamoci d'accordo, organizziamo dei percorsi, ci mettiamo a disposizione per trovare soluzioni perché al depuratore devono essere confluiti scarichi a norma”.

E sul depuratore, ancora Murtas, anticipa quelle che sembrano i propositi del Gestore: “abbiamo elaborato lo studio per poter impiegare all'interno del depuratore il trattamento della quota umido di rifiuto, raccogliere quindi l'umido domestico attraverso un dissipatore posto nel lavabo. Questo perché il depuratore è sovradimensionato. Secondo noi si può fare un investimento su Macomer per un intervento virtuoso: il cittadino pagherebbe niente sulla quota umido della tariffa sui rifiuti, l'umido domestico si disperderebbe nella rete fognaria, il depuratore potrebbe lavorare quella quota di umido con la produzione di biogas, la quota di umido dissipata si mischierebbe con i fanghi che si smaltiscono in agricoltura”.

 

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