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Campagna Antincendi chiusa a Ottobre, ma la Sardegna continua a bruciare: i Riformatori interrogano la Regione

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Con una inopinata decisione , la chiusura della campagna antincendi è stata anticipata all’8 Ottobre scorso.

Trattandosi di una evidente violazione della delibera della Giunta regionale che aveva approvato il Piano regionale contro gli incendi boschivi con deliberazione n° 33/22 del 10.06.2016 , i Riformatori sardi hanno presentato un‘interrogazione - primo firmatario il consigliere Luigi Crisponi - al Presidente Pigliaru e all’ Assessore alla difesa dell’Ambiente Spano:

Le motivazioni di tale assurda decisione  - ha detto Crisponi - sembrerebbero prese da chi non ha alcuna conoscenza delle piu’ elementari regole della meteorologia o in alternativa da chi opera e lavora fuori dal territorio regionale sardo. Invece, tale delicata e affrettata decisione è stata presa niente di meno che dalla Protezione Civile regionale, ovvero da chi dall’osservazione attenta e costante dell’intero perimetro isolano dovrebbe assicurare tutela dell’integrità fisica delle persone e cura del territorio e delle attività sociali, economiche e produttive.

L’incredibile motivazione – ha insistito il consigliere dei Riformatori - per la quale la Sardegna è da quasi un mese martellata da continui incendi di varia intensità è che secondo la Protezione civile regionale “le copiose e persistenti precipitazioni che hanno caratterizzato la fine del mese di settembre e la prima settimana del mese di ottobre 2016, hanno determinato una crescita diffusa dello strato erbaceo ed una riduzione del rischio di innesco e propagazione del fuoco”.

Insomma le attuali condizioni meteo con temperature fra i 20° e i 25° che da settimane stanno scompaginando i modelli previsionali della meteorologia sono letteralmente sconosciute negli uffici della Protezione civile e non paiono per la Regione motivo di preoccupazione.  E guarda caso, su tutti gli incendi scoppiati nelle ultime settimane sono intervenuti solamente i Vigili del Fuoco, loro si rimasti a presidio della ordinaria quotidianità assicurando soccorso e le consuete professionali prestazioni.

Eppure risulta che l’allarme fosse stato lanciato anche dai sindacati dei forestali che con fermezza hanno censurato le scelta di spogliare il territorio di autobotti, di vedette antincendio e addirittura degli elementari presidi di protezione individuale (Dpi) per il contrasto al fuoco da parte del personale schierato per il contrasto ai roghi.

Intanto – ha concluso Luigi Crisponi - le pratiche di abbruciamento di stoppie e dei pascoli proseguiranno con tutti i ben noti rischi di incendio con buona pace per le inutili prescrizioni regionali.

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