BOLOTANA. La montagna è bella, soprattutto a Pasquetta!
Pranzare all'aria aperta, a contatto con la natura, ampi spazi per giocare, luoghi incontaminati da visitare: anche quest'anno tantissime famiglie e gruppi di amici hanno scelto di trascorrere una giornata di puro relax nella montagna di Bolotana, tra il Parco di Pabude, Ortachis e Badde Salighes.
Tutto bello, ma poi la giornata finisce e arriva l'ora di andare via. E allora si pone il problema dei problemi: ma la spazzatura dove la metto?
Gli spazi presi d'assalto nel giorno di Pasquetta infatti non contemplano la produzione dei rifiuti: nonostante, per esempio, il Parco di Pabude sia stato dotato di tavoli, panche e “furreddas” proprio per ospitare pranzi conviviali, nell'area non è presente neanche un cestino: niente cassonetti, niente differenziata, niente indifferenziata.
I rifiuti prodotti, secondo quanto scritto nei vari cartelli disseminati qua e là, bisogna portarseli a casa.
Ma cosa accade nella realtà?
Nella foto (sopra) ne abbiamo un esempio lampante: una macchina con a bordo un gruppo di ragazzi sassaresi che andando via dalla montagna tengono due buste di spazzatura fuori dal finestrino, pronte per il lancio a bordo strada.
A fermarli, almeno per qualche chilometro, è un'altra macchina con a bordo una famiglia di Bolotana che transitava nel senso di marcia opposto, ma che, vedendo la scena, fa inversione, li segue e alla fine li ferma.
I ragazzi, praticamente colti sul fatto, palesano il loro intendimento: “puzza, non possiamo mica portarci la spazzatura fino a Sassari!”.
Purtroppo, questo è ciò che accade nella pratica quotidiana e questo è il modo in cui le persone (non tutte fortunatamente) reagiscono di fronte all'assenza dei Servizi: buttando la spazzatura ovunque.
A parte l'inciviltà, che comunque non ha nessuna giustificazione, forse occorrerebbe finalmente cercare di intervenire per evitare lo scempio al quale i nostri luoghi, che diciamo di amare tanto, vengono sottoposti sotto i nostri occhi: forse prevedere dei cassonetti per i rifiuti e offrire un minimo di servizio di raccolta potrebbe arginare almeno in parte il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti.
Che fine abbiano fatto i sacchetti dei giovani in questione ovviamente non possiamo saperlo: l'intervento della famiglia bolotanese ha solo evitato che fossero buttati sulla provinciale all'altezza di Badde Salighes.
Potrebbero essere finiti, insieme a tanti altri, sulla SS 131, che da tempo sembra essere diventata una piattaforma di non selezione di rifiuti urbani.
L'azione della famiglia che non ha voltato la faccia ma ha scelto di intervenire e di segnalare poi l'accaduto, dimostra invece che esiste una parte della società che è pronta ad attuare una cittadinanza attiva per difendere il patrimonio naturale che ci è stato concesso: a loro e a molti altri potrebbero guardare le Istituzioni, magari in forma collaborativa, per predisporre piani mirati a difesa del territorio e dell'ambiente.

