Come preannunciato, questa mattina le istanze di un territorio finora inascoltato si sono fatte sentire e hanno provato a gridare le proprie ragioni nel luogo simbolo della battaglia di un decennio, tornata alla ribalta in queste settimane : l'impianto della Tossilo S.p.A. .
Dall'altra parte del cancello i lavoratori dello stabilimento, anche loro in presidio a difendere un posto di lavoro appeso al filo di una sostenibilità che appare sfumata.
In piazza ci sono i cittadini,i comitati, la società civile, i giovani del territorio e i gruppi politici contrari al potenziamento dell'impianto che tratta i rifiuti del centro Sardegna.
Ci sono le bandiere e ci sono le persone, arrivate da tutta la Sardegna per ribadire che i territori e chi li vive hanno ancora una voce e vogliono esprimerla, nonostante la politica continui a guardare altrove.
Perché dopo la giornata di ieri, c'è rabbia e c'è sfiducia.
La separazione, netta e quasi ideologia, tra lavoratori e manifestanti è il segno di una divisione profonda di una società che fatica a ragionare in senso unitario e nella prospettiva di un futuro che è e sarà, a prescindere dalle posizioni individuali e da quelle che saranno assunte, comune .
Perché in gioco non c è solo il lavoro un gruppo di operai o le rivendicazioni di scelte di campo che tengano conto della salute pubblica: c'è il percorso e lo sviluppo socio - economico di un centro Sardegna sfiancato dalla crisi, che fatica a trovare in una piattaforma condivisa e razionale la giusta strada da seguire.
Il tema, enorme ed importante, della gestione dei rifiuti e della individuazione delle modalità più “intelligenti” per “non bruciarsi il futuro” è solo un tassello di quadro più ampio che attiene alla programmazione e alla costruzione di una Sardegna che necessariamente deve trovare un equilibrio compatibile con quelle che sono le sue vocazioni naturali ed il superamento di un sogno industriale miseramente fallito.
Così ci pare che, nell'ennesima contrapposizione tra lavoro e salute, a perdere sia la collettività tutta, in balia di scelte calate dall'alto e slegate da una valutazione complessiva, che accentuano solo quella che appare come una insanabile frattura, che svilisce ogni possibilità di ragionare nella prospettiva di una decisione condivisa.