“L'esperimento Tamuli è fallimentare: l'opera teatrale non è fruibile”: la Dottoressa Piras controbatte all'Assessora e scrive all'Unione Sarda

Giulia Serra
25/02/2016
Attualità
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MACOMER. Non si placano le discussioni riesplose attorno al nuovo spazio messo a disposizione dal Comune di Macomer per la Stagione Teatrale del Circuito Cedac.

Dopo la prima lettera aperta della Dottoressa Piras di Oristano, nella quale si narrava in modo impietoso l'esperienza da spettatrice di uno spettacolo divenuto “non visibile” a causa dell'inadeguatezza della struttura del Padiglione Tamuli, l'Assessora alla Cultura Tiziana Atzori aveva spiegato, con un comunicato diffuso da tutti gli organi d'informazione (noi compresi), che l'Amministrazione aveva fatto tutti gli sforzi necessari per garantire in città gli appuntamenti teatrali, adeguando il Padiglione “della discordia” in modo tale che potesse ospitare gli spettacoli del Cedac.

Una risposta che probabilmente non ha soddisfatto la Dottoressa Piras, la quale oggi, dopo la lettura di un articolo giornalistico su L'Unione Sarda, riprende carta e penna e scrive nuovamente per sottolineare il senso vero del suo intervento, evidenziando il fatto che non fossero le sedie il problema sostanziale da lei sollevato, ma proprio la fruibilità dell'opera teatrale.

Un appunto che non è di forma, ma proprio di sostanza: a prescindere dalla comodità o meno delle sedie, lo spettacolo diviene, secondo la Dottoressa, invisibile.

Di seguito, la lettera inviata alla Redazione de L'Unione Sarda e che pubblichiamo per correttezza delle informazioni sul dibattito in corso.

 

"Leggo sulla vostra edizione di stamane (L'Unione Sarda 25 febbraio 2016) l’articolo dedicato al Padiglione Tamuli del Comune di Macomer. (pag. 32)

Mi spiace constatare che il contenuto dell’articolo che è stato pubblicato sia del tutto fuorviante ed ingeneri di conseguenza disinformazione, posto che la mia lettera non è mai stata pubblicata dal vostro giornale.

Poiché nel frattempo, a seguito delle mie osservazioni, è sorto un dibattito su altre testate giornalistiche e anche sui social (La Nuova Sardegna, Bentos, Marghine.net), vorrei che almeno venisse ribadito il contenuto autentico della mia lettera.

Desidero, inoltre, aggiungere le seguenti considerazioni:

1)      L’Assessore Signora Tiziana Atzori erra nel momento in cui individua nella sottoscritta il proprio interlocutore. L’Assessore deve rispondere in primis ai cittadini del Comune di Macomer di cui utilizza il pubblico denaro per fornire servizi culturali

2)      L’Assessore Tiziana Atzori dovrebbe attenersi al contenuto della mia lettera nel momento in cui intende argomentare pubblicamente sulla medesima.
Le osservazioni da me fatte attengono esclusivamente alla non fruibilità dell’opera teatrale in quanto tale, una non fruibilità determinata da condizioni logistiche (e non estetiche) oggettivamente incongrue.

3)      Nel momento in cui l’assessore Tiziana Atzori afferma che il biglietto non deve essere pagato per l’ottenimento di una sedia imbottita e del riscaldamento, ma per “il contributo per quelle compagnie che portano la cultura ovunque”, si allinea certamente sulle mie posizioni poiché deve nel contempo assicurare concretamente al pubblico pagante quello di cui parla.

4) Auspico che il dibattito, lungi dall’isterilirsi in vuote diatribe su poltroncine in cui godersi il calduccio di opere teatrali invisibili, si attesti invece su ben altri livelli. Essendosi platealmente rivelato fallimentare “l’esperimento Tamuli”, si potrebbe ad esempio discutere in maniera più proficua dell’uso di strumenti giuridici quali quello di una Fondazione o di un Consorzio di Enti in cui inserire la struttura del già esistente Teatro Costantino, al fine di rilanciarne l’attività teatrale ma non solo (i teatri ospitano regolarmente stagioni concertistiche e molteplici eventi di altra natura).

 

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